Lettera del sindaco Fagioli al Monsignore. Rinnovo del voto alla Beata Vergine dei Miracoli
Con il rinnovo di questo Voto voglio rendere omaggio ed onore ai nostri predecessori e all’unicità della Storia di Saronno.
Reverendo Monsignore,
mi rivolgo a Lei come massima autorità religiosa cattolica presente a Saronno, come Prete e come Padre Confessore: vorrei raccontarLe alcune mie riflessioni e alcuni pensieri che, se vorrà, può condividere con i Parrocchiani.
Sono nato e cresciuto poco lontano dal Santuario della Beata Vergine dei Miracoli e sempre sotto l’ombra del magnifico Campanile ho compiuto i miei studi: posso dire di conoscere bene il quartiere e di sentirmene parte.
Fin da piccolo ho partecipato diverse volte alla Festa del Voto: all’inizio era solo un’occasione per una domenica di festa, poi i catechisti mi hanno raccontato la storia e mi sono lasciato affascinare da questa bellissima narrazione. La storia, documentata e certa, come ben appare dai registri ufficiali dell’epoca, magistralmente conservati e gestiti dall’Archivio Storico del Santuario, ci racconta che nel lontano 1577 a Saronno dilagava la peste, mietendo vittime e decimando la popolazione già sfinita dalla carestia.
All’epoca il Santuario non era una proprietà della Chiesa ed era gestito dai Deputati: infatti fin dalla sua costruzione, avvenuta dopo il “Miracolo del Pedretto” del 1460, la Chiesa è stata edificata e gestita sempre e solo dai Saronnesi, grazie a donazioni, eredità e lasciti. Ciò fino all’epoca di Napoleone.
I Deputati del Santuario, supportati da una fervida Fede, decisero, in nome di tutta la Città, di fare un “Voto” alla Santa Vergine dei Miracoli affinché fermasse la peste e salvasse il Suo Popolo. Per rendere certo e sicuro questo Voto, non solo alla Vergine ma anche a tutti gli abitanti del Borgo, i Deputati assunsero questo impegno per sé stessi e per tutti gli abitanti di quel momento e per tutti coloro che sarebbero venuti dopo, di fronte ad un notaio che redisse un atto: un Voto perenne. Ma chi erano i Deputati e cosa potevano offrire a Lei, Beata Vergine? I Deputati del Santuario erano eletti annualmente dal popolo ed erano sei. Due Deputati rappresentavano i Nobili e quattro i Rurales, ovvero il Popolo. Siamo nel 1577 e non esisteva ancora la corrente elettrica: dunque all’epoca l’onere più pesante per il Santuario erano le “candele di cera” che permettevano di illuminare la Chiesa. I Deputati decisero allora che avrebbero donato le “cere” per illuminare la Chiesa: un Voto dal doppio valore simbolico: illuminare la Chiesa e donare “luce” agli “Esseri di Luce”: la Beata Vergine ed il Coro degli Angeli.
La Vita di ognuno di noi è fatta di storie, incontri, svolte, e la mia, come Lei ben sa mi ha portato a fare scelte che mi hanno condotto ove ora sono: il Sindaco di Saronno, una Città che amo profondamente e di cui ora ho l’onore e l’onere della conduzione e gestione.
Come sicuramente Lei può capire non è facile avere questo ruolo: tutti intorno a me possono giustamente divenire censore, giuria e valutare, usando il proprio metro di giudizio e disponendo del proprio bagaglio culturale e di informazioni, ogni mia azione. Questo ovviamente non accade solo a me, ma a tutti coloro che si mettono in gioco e a disposizione della propria Città o Nazione che sia, ma anche a tutti coloro che danno la propria disponibilità a dirigere sodalizi, associazioni o aziende.
Quando per la prima volta mi sono trovato, camminando dietro al Gonfalone Cittadino, a rappresentare tutta la Città di Saronno, mi sono chiesto come fosse stata, all’epoca, il 25 marzo 1577, questa Processione votiva, partita dalla Chiesa Prepositurale e terminata nel Santuario della Beata Vergine dei Miracoli; quante persone vi avessero partecipato, com’era la Città all’epoca, quale i pensieri, le paure, le speranze di chi vi partecipava. Domande forse inutili, qualcuno potrebbe dirmi, ma sorsero in me che per la prima volta partecipavo al rinnovo del Voto in qualità di “erede” simbolico degli allora Deputati.
Oggi mi trovo a vivere in prima persona, condividendo con tutti i miei Concittadini, i miei connazionali ed il Mondo intero, penso gli stessi pensieri, le stesse paure, le stesse speranze di allora; e mi ritrovo nell’imminenza della ricorrenza della Festa del Voto, che quest’anno non potrà essere celebrata con la Processione e la Santa Messa.
Come non cogliere questa opportunità di rinnovare a Lei, Santa Vergine dei Miracoli, la richiesta di aiuto, di intercessione per la Città di Saronno, per l’Italia e per il Mondo intero?
Sono certo che anche questo sentito gesto di rinnovo del Voto, che compio personalmente ed anche a nome dell’intera Città di Saronno, verrà criticato e fors’anche deriso. Ma spero di dovermi smentire e scoprire che in questo momento veramente difficile ognuno possa fare la propria parte, impegnandosi a fare tutto quello che può e deve.
Così, in veste istituzionale, come i Deputati del Borgo nel 1577, rinnovo il Voto mio e di tutti i Saronnesi, che rappresento come Sindaco, alla Beata Vergine dei Miracoli affinché vegli sul Suo Popolo e ci permetta di attraversare questo momento veramente difficile per tutti, ponendo termine a questa pandemia e permettendo presto di ritrovare le risorse per continuare a vivere, singolarmente ed in collettività, la nostra vita.
Ribadendo la laicità dello Stato e del Comune, con il rinnovo di questo Voto voglio rendere omaggio ed onore ai nostri predecessori e alla unicità della Storia di Saronno, nella speranza di interpretare, ora come allora, il sentimento dell’intera Città di Saronno.
Alessandro Fagioli
Sindaco di Saronno