Airoldi e lo strano concetto di trasparenza amministrativa
Questi episodi sono l’ennesima testimonianza dell’opacità amministrativa e della melina attuata in molte altre circostanze (commissione Rodari ne è un fulgido esempio), e denotano la chiara volontà di frapporre una barriera invalicabile tra la realtà amministrativa della maggioranza e la necessità di controllo della minoranza che rappresenta oltre il 54% degli elettori alle ultime elezioni.
La burocrazia, croce dei cittadini e delizia delle amministrazioni poco trasparenti.
Giusto per confermare quanto la giunta Airoldi utilizzi con criterio ogni possibile ostacolo che la macchina burocratica consente loro, è giusto che renda pubblica la cittadinanza di un modus operandi caratteristico dell’attuale amministrazione.
Il primo di settembre trasmetto al segretario generale quattro differenti richieste di accesso agli atti per ottenere documenti di interesse per la collettività su altrettanti strategici comparti del territorio cittadino: ex-Cantoni, Isotta Fraschini, Parco degli Alpini e Palazzina X2 Matteotti.
Trascorrono 12 giorni di calendario, 8 lavorativi, e ricevo quattro PEC con la risposta.
Penso subito all’eccellenza di questa amministrazione così attenta alle richieste dei consiglieri di minoranza, ma questo stato di stupita commozione dura pochi attimi: apro in rapida sequenza le missive e scopro che mi viene richiesto di definire meglio le mie esigenze.
In tre casi viene allegato un elenco che varia tra 5 e 15 documenti protocollati tra i quali dovrei indicare quelli di mio interesse, riportando inoltre un elenco con titoli troncati e incomprensibili – come si può verificare da allegati riportati. Dopo una mia obbligata risposta a richiederli tutti, visto che non si poteva capire nulla dai titoli incomprensibili, i documenti sono giunti il 30 settembre, quindi 30 giorni dopo la mia richiesta. Nel caso del Parco degli Alpini viene richiesto addirittura di circostanziare gli argomenti oggetti di indagine, come se il consigliere avesse la sfera di cristallo per indovinare quali pratiche sono in corso nell’area verde cittadina. Alla mia risposta forzatamente generica e ipotetica, visto che sono ancora sprovvisto di oggetti divinatori, è arrivato un diniego del quale avrò forse motivazione con una lettera ad hoc.
Questi episodi sono l’ennesima testimonianza dell’opacità amministrativa e della melina attuata in molte altre circostanze (commissione Rodari ne è un fulgido esempio), e denotano la chiara volontà di frapporre una barriera invalicabile tra la realtà amministrativa della maggioranza – fatta anche di roboanti comunicati stampa – e la necessità di controllo della minoranza che rappresenta, è bene ricordarlo, oltre il 54% degli elettori alle ultime elezioni.
Questo ostruzionismo serve solo a far perdere tempo sia ai dipendenti comunali, costretti a risposte interlocutorie ed a produrre lavoro superfluo, che ai consiglieri comunali i quali, nel pieno diritto del proprio mandato istituzionale, si vedono costretti a faticare e perdere tempo per svolgere al meglio il ruolo assegnatogli dalla legge.
Raffaele Fagioli – Lega Lombarda Saronno